Cenni Storici 1

tratti da M. Corselli  Breve storia della Parrocchia di S. Maria di Monserrato, Palermo, 1990

 

La storia di un antico sentimento religioso.

La storia di una chiesa è storia di una comunità di popolo e di fede.

Da circa quattrocento anni la storia, la vita e la fede della comunità dei sacerdoti e dei laici del territorio che dal Borgo si protende verso le zone anticamente dette dei Piani del Ciardone (Ucciardone) e delle Croci (piazza Crispi) sono state intestate al nome della Beata Vergine Madre di Dio e indissolubilmente legate al suo culto.

Cercheremo, pertanto di illustrare questo indefettibile rapporto di venerazione e di devozione nei confronti di Maria ripercorrendo le vicende ed i trasferimenti della Parrocchia del Monserrato dalla antica sede del Borgo [del Fornaja] a quella della distrutta chiesa di S. Lucia al Borgo per giungere, infine, all’attuale ed ultima dimora sita, a partire dal 1943, nella chiesa dei Dolori di Maria alle Croci, cappella del Rifugio delle Povere di Cifuentes.

Alle origini della devozione: un culto catalano

Agli albori dell’Occidente cristiano alcuni fedeli catalani uniti intorno al vescovo Pietro, impauriti dall’approssimarsi degli Arabi, decisero di impedire che cadesse nelle mani degli invasori un simulacro della Madonna molto onorato in tutta la regione e in particolare a Barcellona.

Per questo motivo come narra Antonio Muñoz nella sua opera Iconografia della Madonna- appena sette anni dopo la conquista musulmana della Spagna, il 22 aprile dell’anno 718, si recarono sulle alture del Serrat per occultare la sacra effigie negli anfratti della montagna.

Il simulacro, secondo la tradizione, era stato scolpito a Gerusalemme da San Luca e successivamente era stato donato da San Pietro a San Etereo, primo vescovo di Barcellona, il quale, a sua volta, lo aveva posto nel Duomo della medesima città.

. . . Per centosessantadue anni il Monte Serrato custodì il sacro oggetto di culto in una sorta di catacomba naturale quasi a volere confermare la rispettosa considerazione popolare di cui era circonfuso e per la quale si reputava che esso aveva una singolare morfologia a mo’ di denti di una sega proprio a causa degli eventi sismici succedanei alla morte di Cristo che sconvolsero tutta la terra.

. . . Nell’anno 880 . . . alcuni pastori avevano visto, notte tempo, per più sabati consecutivi, sgorgare da una grotta della montagna una vivida luce, e, scesi alle falde, ne avevano dato notizia alla gente dei pueblecitos (paesetti) viciniori. Ben presto il vescovo Gotomaro, avuto sentore del fatto prodigioso . . . cercò di indagare il motivo di quella misteriosa sorgente luminosa.

. . . Gli umili e devoti pastori che svolgevano le  ricerche furono abbagliati dal fulgore di una statua trovata in fondo alla grotta da cui proveniva il chiarore.

. . . Il vescovo Gotofredo stabilì che in quel posto venisse eretta una croce per rammemorare il nuovo miracolo ed una piccola cappella per proteggere la sacra immagine.

Nell’arco di un secolo, col concorso sia delle elemosine degli umili fedeli sia delle cospicue donazioni dei sovrani e dei pontefici, il piccolo tempietto si ingrandì e nell’anno 996 sorse un grande santuario benedettino, coronato da dodici romitaggi qua e là distribuiti fra le balze e i costoni del monte.

Ben presto il santuario del Monserrato, come si legge in una sua storia scritta nel 1514 da don Pedro Burgos, divenne famoso al pari di quello di Santiago di Campostela tanto che fu meta di moltitudini di pellegrini i quali lo visitavano per impetrare grazie abbondanti alla Madonna.

. . . Solenni festeggiamenti accompagnarono la fatidica data del 1881: l’allora regnante pontefice, Leone XIII, proclamò la Madonna del Monserrato patrona della Catalogna, . . . assegnando come giorno proprio della festa la domenica immediata al 25 Aprile.

. . . La montagna aveva custodito il simulacro per un centinaio di anni, la coscienza nazionale del popolo catalano custodirà il culto per oltre un millennio, i fedeli di Palermo lo fanno vivere ancora oggi”.                                                                                               

Un culto palermitano: il Borgo e la Parrocchia di S. Maria di Monserrato 

“Dalle contrade della Catalogna alle contrade del Vecchio e del Nuovo Mondo che gravitava politicamente e culturalmente intorno al Regno di Spagna, la devozione verso la Vergine del Monserrato ormai aveva guadagnato le anime, infervorandole sempre più nell’edificazione di una vita genuinamente cristiana.

In numerosi centri della Sicilia i mercanti catalani e le famiglie che accompagnavano le guarnigioni vollero dedicare alla Madonna della Catalogna le loro chiese. I discendenti di costoro le ampliarono e ne costruirono di nuove: tra il XIV ed il XVI secolo riscontriamo alcune chiese del Monserrato a Messina, Agrigento, Catania, Adernò e Caltagirone.

 

 

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